Cosa ci ha lasciato questo Europeo

Il triplice fischio dall'arbitro al termine di Francia-Portogallo ha sancito la fine di Euro2016 e anche della stagione che ha avuto quest'emozionante appendice europea. Eder ha deciso improvvisamente la finale. Lui, l'attaccante di riserva che ha consegnato alla squadra sfavorita la coppa tanto ambita e che ormai i francesi sentivano, forti e sicuri a casa propria, ormai in mano. Ed è l'emblema di un Europeo particolare che non sarà ricordato per grandi giocatori o partite mirabolanti, ma per grandi favole e sogni capaci di decollare.


I nomi maggiormente attesi hanno, chi più, chi meno, deluso. Da Kane a De Bruyne, da Pogba a Lewandovski; anche Ronaldo a parte lucentissimi sprazzi non ha mostrato il suo intero potenziale, bloccato però anche da una forma fisica debilitante. È stato un Europeo che ha visto andare avanti le squadre meglio organizzate, anche senza straordinari valori tecnici favorite dalla nuova formula a 24 squadre. Il ripescaggio delle migliori terze, oltre a rendere possibile la vittoria del Portogallo(terza dietro Islanda e Ungheria), ha certo permesso ad alcune squadre di speculare sul risultato nella prima fase, e ad altre di arrivare dove mai erano giunte. E se la coraggiosa quanto sfortunata Albania di De Biasi si è fermata dopo i gironi le due Irlande hanno dato battaglia negli ottavi spaventando e non poco Francia e Galles. Proprio Bale e compagni sono stati la vera rivelazione: squadra fisica e tecnica insieme. Cementati da un gioco molto pratico e trascinati dal talento del Real Madrid e da Ramsey, la cui assenza in semifinale è pesata non poco. Rivelazione forse anche più delle già citate Islanda e Ungheria.
La storia della prima appartiene già alla favola(e ve la racconteremo...), la seconda, misto di nostalgia e romanticismo col portiere in tuta Gabor Kiraly, dopo essersi qualificata come prima è incappata in una serata storta contro il Belgio. E qua si apre il capitolo delle grandi delusioni. I diavoli rossi, favoriti anche da un tabellone agevole non sono stati squadra e permangono i dubbi sul reale valore della generazione aurea che sembrava potesse unire valloni e fiamminghi. L'Inghilterra è un'altra nazione che esce con le ossa rotte, vincendo una sola partita al 90' e palesando una totale confusione tattica. Alla fine di un ciclo sono apparsi invece i campioni in carica della Spagna: l'unico talento che sembra all'altezza della recente tradizione è Morata. La sconfitta con l'Italia ha anche giustamente decretato le dimisisoni di Del Bosque che si è fatto da parte signorilmente. Conte e i suoi hanno sfiorato il miracolo facendo emozionare un popolo intero. Da completi sfavoriti gli azzurri hanno sconfitto le furie rosse e sono caduti solo ai rigori contro la Germania. Se sarà l'inizio di un percorso importante lo scopriremo però solo a settembre. Soprattutto questo Europeo ha parzialmente ridisegnato la geografia del calcio. I lusitani campioni hanno una generazione promettentissima che dovrà però mantenere le aspettative, la Gran Bretagna ha dimostrato di non essere solo l'Inghilterra, anzi, e molte altre realtà sono in fermento. Ci dovremo aspettare una realtà fortemente policentrica, non ci saranno domini o egemonie lunghe come quella spagnola o tedesca, ma tutte le nazionali con spirito agonistico e una manciata di talento hanno mostrato la strada da percorrere senza paura.
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