Euro 2016, la maledizione dei padroni di casa. Il Portogallo trionfa

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La serata comincia con la suggestiva cerimonia di chiusura che vede Xavi, capitano della Spagna campione nel 2012, riportare la coppa sul piedistallo, lasciata al prossimo legittimo proprietario. Il sogno, facile a indovinare, di Cristiano Ronaldo, era quello di un'ideale passaggio di consegne dal blaugrana a lui. E invece il destino tenta in tutti i modi di mettere il suo zampino per ostacolare questo sogno. In questo caso il fato viene impersonato dal pestone pesante di Payet che al minuto numero 16 colpisce il fuoriclasse portoghese costringendolo dopo due tentativi di rientrare in campo alla resa prematura.

Ed è anche l'apice di un inizio che per i lusitani è terribile. Passaggi sbagliati e una patina di paura disegnata sul volto dei titolari sono il contraltare della vivacità francese. Il pressing alto e furioso dei transalpini fa recuperare molti palloni. Griezmann imbeccato splendidamente da Payet tenta di sorprendere di testa Rui Patricio che compie un miracolo; Sissoko in progressione è devastante e costringe il portiere a un altro intervento ravvicinato. Ma il Portogallo superato lo shock, anche psicologico, prende campo e fiducia, e crea situazioni pericolose, con Silva che attende troppo per concludere e Joao Mario di testa. La ripresa comincia sulla falsa riga dell'ultimo quarto d'ora e le occasioni almeno nella prima parte latitano pur se il ritmo è apprezzabile. L'ingresso di Coman dà velocità ai blues: è proprio lui a servire un cross perfetto per Griezmann che però spreca incredibilmente al 65'. Ma il talento del Bayern Monaco è l'unico ad andare a velocità doppia rispetto a compagni e avversari. Una serpentina nella difesa porta solo un pensiero a Rui Patricio che poco dopo interviene su Giroud ancora azionato dal giovane subentrato. Dall'altro lato del campo, invece, un tiro-cross crea apprensione a Lloris che smanaccia. Ancora Sissoko all'84' impegna il portiere avversario con un destro potente e angolato. Ma il Portogallo resiste anche baciato dalla sorte quando Gignac nel recupero prende clamorosamente il palo. A reti inviolate i supplementari presentano lo stesso schema dei tempi regolamentari e nonostante la stanchezza sospinti dal pubblico i blues provano ad attaccare. I lusitani però all'inizio del secondo tempo partono convinti: prima Guerreiro fa tremare la traversa su punizione, poi Eder crea dal nulla un'occasione che finalizza con un destro da 25 metri di forza. Il gol è quello decisivo, e mette in ginocchio i francesi che non riescono a ribattere. Corsi e ricorsi storici. Nell'Europeo dei tabù sfatati, il Portogallo rompe quello contro la Francia. C'è alla fine un passaggio di consegne, ma funesto, una maledizione che si trasferisce da una squadra all'altra. Quella del padrone di casa che, come era successo ai lusitani nel 2004, da favoriti perdono la finale.
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Portogallo(4-3-1-2): Rui Patricio 7,5; Cedric 6, Fonte 7, Pepe 6, Guerreiro 7; Joao Mario 6,5, Carvalho 6,5, Silva 6(67' Moutinho 6); Sanches 5,5(79' Eder 7,5); Nani 5,5, Ronaldo s.v(25' Quaresma 6).; Santos 7
Francia(4-3-3): Lloris 6,5; Sagna 5,5, Koscielny 5,5, Umtiti 5,5, Evra 6; Sissoko 7(112' Martial s.v.), Matuidi 6, Pogba 5; Payet 5(58' Coman 6,5), Giroud 6(78' Gignac 6), Griezmann 5,5; Deschamps 5
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