Europeo in una foto: Conte alla scalata della panchina

Antonio Conte l'abbiamo conosciuto bene in Italia, sia da giocatore, sia da allenatore. Affamato di vittoria, quasi da diventare antipatico, passionale nell'attaccamento al suo lavoro, al limite della teatralità. In campo con la Juve ha vinto tutto in Europa e nel mondo, in panchina quasi tutto, ma ha riportato i bianconeri nelle posizioni che gli competevano dopo anni bui. Poi il salto in azzurro per risollevare anche la nazionale.

Maniacale, ossessivo, perfezionista, ma soprattutto un allenatore che vive la partita come se stesse ancora giocando. Tarantolato guida i movimenti dei suoi giocatori rimanendo afono al termine dei 90 minuti. Grazie al suo duro lavoro su un gruppo non di qualità, ma molto coeso l'Italia ai gironi si qualifica come prima, strapazzando anche il favorito Belgio grazie a intelligenza e organizzazione. Il primo posto però regala accoppiamenti impietosi, il primo dei quali, agli ottavi, contro i campioni in carica della Spagna. E la partita è la fotocopia di quella contro i diavoli rossi. Gli azzurri, inferiori tecnicamente danno una lezione di calcio ai presuntuosi iberici. Il vantaggio di Chiellini è meritato, le sofferenze nella ripresa previste, ma non per questo meno sopportabili. Il c.t. si sbraccia, urla, incita i subentranti e calcia ogni pallone passi vicino dalle sue parti. Nel recupero, il contropiede italiano porta Pellè a segnare il gol del 2-0 che chiude la pratica e proietta l'Italia ai quarti di finale. Conte allora esulta in un modo che stupisce tutti quanti: va verso la panchina e cerca di arrampicarsi per prendere l'abbraccio del pubblico. Un tecnico che ha perfettamente capito di rappresentare una nazione intera e lo fa dedicandosi anima e corpo. In quel salto c'è uno straripante orgoglio per i suoi ragazzi e una grande soddisfazione per aver ribaltato il pronostico, in quell'esultanza fuori dal comune c'è il carattere dell'allenatore che sa di aver plasmato una nazionale che ha appassionato contro ogni previsione. Il cammino finirà poi contro la Germania, ma solo ai rigori, in una sequenza nata male. Ma rimane una campagna francese emozionante nella quale l'immagine di Conte che scala la panchina sarà una delle cartoline più belle.

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