Italia, l'eredità di Conte

Sono passati tre giorni dalla cocente eliminazione, tre giorni che sono serviti a riprendersi dalla delusione e prendere coscienza del nuovo corso che verrà. Domenica Antonio Conte ha salutato e ringraziato tutti, promettendo di tornare, ma subito bisogna guardare al futuro prossimo. C'è Giampiero Ventura che si insedierà ufficialmente il 19 luglio e avrà un'eredità nobile lasciatagli proprio da Conte.
C'è un gruppo da cui ripartire; l'anima e della nazionale. Giocatori che si trovano alla perfezione, e che giocano come se si allenassero quotidianamente insieme. Non è mera retorica sottolineare come l'unione abbia fatto la forza in questo Europeo. Da queste solide basi ripartirà il prossimo commissario tecnico. Solide basi non a caso, visto che la pietra angolare degli azzurri sarà ancora la difesa. Confermato il blocco juventino, con l'unica eccezione di Barzagli che, a meno di clamorosi ripensamenti, dovrebbe lasciare la nazionale. Buffon, Bonucci e Chiellini ci saranno e guideranno le nuove promesse. In particolare
Donarumma in porta Rugani e Romagnoli, la coppia centrale del futuro e Zappacosta sull'esterno. A centrocampo rimane in forse De Rossi, mentre con i rientranti Marchisio e Verratti rimarranno nel gruppo i vari Parolo, Giaccherini e Florenzi. Sturaro dovrà conquistarsi un posto in squadra sgomitando con Baselli e gli esclusi dell'ultima ora Jorginho e Bonaventura. In attacco Belotti sarà la grande novità probabilmente(Ventura lo ha avuto quest'anno a Torino), che sarà affiancato dal parco attaccanti attuale. Soprattutto Insigne potrebbe trovare più spazio che si meriterebbe viste le qualità e l'impatto sulla squadra. Ma inoltre Conte e quest'ultimo Europeo hanno lasciato un ritrovato affetto della gente. Dal 2006 in poi il calore dei tifosi era andato scemando sempre più. La nazionale veniva percepita come un'entità anacronistica, fastidiosa, distante, intermezzo fastidioso tra due giornate di campionato. Fino al ritiro di Coverciano è stato pressapoco così. Ma poi il duro lavoro, la dedizione e la grinta mostrata dagli azzurri fin dalla prima partita, hanno risvegliato un passione solo sopita. Questo probabilmente è stato il miglior risultato raggiunto nell'era Conte. Un lascito importante, un patrimonio da non disperdere.
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