La stagione che verrà: Banega, un faro per l'Inter

Roccioso, insuperabile, forte fisicamente. Così si parlava del centrocampo dell'Inter all'inizio della stagione scorsa e tutti ammiravano la grinta di Medel e il senso tattico di un Melo ritrovato. Ma appena il motore dell'Inter ha smesso di girare a grandi velocità, si sono palesati tutti i limiti tecnici della squadra. A gennaio incredibilmente non venne migliorato un reparto in sofferenza e anche così si può spiegare il forte calo nerazzurro nel girone di ritorno.
Compresi gli errori del passato, allora, si è deciso di cogliere al volo un'occasione allettante. Banega, seguito in inverno anche dalla Juve, aveva deciso di non rinnovare il contratto e così la diplomazia in salsa argentina(decisivo il ruolo di Zanetti nell'operazione) ha centrato il suo obbiettivo. A 29 anni nel pieno della maturazione sportiva, il fantasista albiceleste è un'iniezione di qualità salutare e necessaria per la squadra meneghina.

Soprattutto nell'ultima Europa League, nelle fasi finali è stato decisivo con gol, assist e giocate raffinatissime. A 29 anni soprattutto è riuscito a trovare la sua dimensione e una continuità che gli è sempre mancata, anche a causa di eventi sfortunati. Nel febbraio del 2012, mentre faceva benzina, dimenticatosi di tirare il freno a mano della vettura, si schiaccia un piede e lo costringe a un lungo stop. E in più tanto girovagare senza frutto tra Spagna e Argentina. Ora però ha trovato il modo di essere decisivo. Oltre alle qualità tecniche indubbie, sorprende per quella grinta, che, a dire la verità, a volte lo porta ad eccedere; ma non si può dubitare della sua completa dedizione. Lotta su ogni pallone e non disdegna di rincorrere l'avversario. Insomma, tirando le somme, un elemento che senza dubbio diventerà presto imprescindibile nel centrocampo nerazzurro. Si può posizionare in mediana, insieme a un giocatore di sostanza come Medel o Kondogbia sfruttando la sua visione di gioco e la capacità di leggere i momenti della partita, ma forse la sua posizione preferita è quella di trequartista alle spalle della punta. Da lì può sfoderare il suo tiro, mai banale, il suo assist e il suo dribbling. Quello che serviva da tempo alla squadra di Mancini, un giocatore che sapesse dare qualità alla manovra, lucidità nelle giocate e imprevedibilità. Ora la palla passa al campo, ma Banega non ha per niente paura.
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