Disastro Roma: addio Champions e mercato

Vista per voi

Peggio di così non poteva andare, al punto che anche commentare una sconfitta del genere risulta arduo. Una pagina sportiva degna dell'Inferno di Dante è andata in scena ieri sera all'Olimpico di Roma. Il Porto vince 3-0 su una Roma in 9 uomini che dice addio alla Champions League sfiorata grazie alla cavalcata pazzesca del girone di ritorno dello scorso campionato. Andiamo con ordine.

Le parole della vigilia di Spalletti ("abbiamo aspettato questa gara per 8 mesi, siamo dove vogliamo essere") vengono subito smentite in avvio di gara da una squadra che parte male. Il 4-2-3-1 giallorosso comincia frettoloso e deconcentrato, al punto da gettare nel secchio il vantaggio guadagnato all'andata in appena 8 minuti: cross in area di Otavio su punizione e colpo vincente di Felipe. Niente di drammatico per una squadra matura, dal momento che sarebbe bastato un gol per pareggiare la sfida; ma la Roma sembra subire parecchio il colpo a livello mentale. I lusitani lasciano il pallino del gioco alla Roma che non riesce a concretizzare il possesso palla; poi il crack: rosso diretto a De Rossi per intervento scomposto nella metà campo avversaria. Una follia che condanna inevitabilmente la Roma alla sconfitta. Esce un deludente Paredes per Palmieri che puntualmente si fa cacciare per intervento a martello al '50. Qui i numerosi tifosi accorsi allo stadio iniziano a immaginare il solito dramma sportivo europeo che puntualmente si consuma: seppur sotto chock i 9 di Spalletti continuano a fare disperatamente la partita riuscendo ad essere pericolosi solo in un occasione. Sarebbe stata una giusta beffa per il Porto che evidenzia grandi limiti nel non saper ammazzare una partita in evidente discesa. Nella Roma escono fuori -più che la squadra, ma è comprensibile- le individualità, sopratutto a livello caratteriale.
Male la difesa con Jesus e Peres non pronti, meglio il centrocampo con il solito Nainggolan trascinatore e uno Strootman che, seppur partendo male confermando ancora il gap atletico, cresce di intensità e carisma in campo man mano che la partita si fa più difficile. Attacco sterile: Dzeko corre tanto ma non trova gli spazi giusti, Salah eterno inconcludente e Perotti che si da molto da fare predicando nel deserto.
Ogni speranza viene meno al '73 con l'uscita folle di Szczesny che favorisce il gol  di Layun. Poi lo 0-3 di Corona e addio Champions.
Rimane la sensazione che in campo siano scesi 11 fantasmi, perchè la partita era solo da gestire col cervello, contro un avversario tutt'altro che trascendentale. 
La Roma rimane l'eterna incompiuta rimediando l'ennesima figuraccia europea. La speranza è che le scorie vengano utilizzate positivamente per vincere subito in campionato, visto che la corsa al campionato è appena inziata.
E, come se non bastasse, il mancato introito Uefa chiude le porte al mercato d'entrata, allontanando in primis un Borja Valero di cui la Roma avrebbe un gran bisogno.

Tabellino

Roma 3-0 Porto: 8'Felipe, 73'Layun, 75'Corona

A cura di Gabriele Santese

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