Dodicesima giornata in sette punti

Di carattere, nette o nel finale: le vittorie della dodicesima giornata sono state tante e diverse. Ma, come avevamo previsto, le big del campionato, pur prendendosi tutte l'intero bottino, non hanno sempre avuto vita semplice

  1. I campioni della Juve: l'abbiamo notato più volte. Nella Juve c'è spesso qualcuno che risolve la gara. Contro il Napoli è stato Higuain, contro il Chievo ci hanno pensato Mandzukic e Pjanic. Il croato di prepotenza dopo averci provato a lungo, il bosniaco con una pennellata d'autore. Se non si balla il tango argentino, bastano i balli slavi. Buffon aveva spronato la squadra mercoledì: avvertimenti recepiti solo in parte. Le squadre non si scansano neanche in campionato e il Chievo lo ha dimostrato. Ma la truppa di Allegri ha ben interpretato le fasi di gioco e ha vinto meritatamente rischiando di dilagare con Cuadrado e Sturaro. Sosta utile, soprattutto per recuperare gli infortunati.
  2. Roma risponde: tre gol al Bologna, tutti di Salah per rispondere alla Juve. È una Roma in forma che gioca bene in un meccanismo collaudato. In sintesi: Dzeko crea spazi, Perotti ne rende possibile l'utilizzo, Salah e Nainggolan li attaccano rapidamente e fatalmente.
    In più c'è un De Rossi su ottimi livelli e una difesa che pur senza Manolas trova solidità grazie alla formula a 3. Spalletti sorride, ma sa che la sua squadra non potrà giocare sempre a mille. Per questo cambia qualcosa, sperimenta e cerca nuove soluzioni. Intanto tiene il passo della capolista. Che non è poco.
  3. Il Milan sulle ali di Lapadula: grinta e determinazione; ecco le qualità che tutti riconoscevano a Gianluca Lapadula nelle prime apparizioni nel massimo campionato.
    Doti che però non avevano portato gol anche se le occasioni non erano mancate. Non è casuale allora il fatto che la rete sia arrivata così all'improvviso. Sul risultato di 1-1 al Barbera Suso tira e Lapadula devia d'istinto con il tacco. Gol, partita, incontro. E Montella si trova saldamente al terzo posto alla sosta per le nazionali. E, a proposito, proprio Lapadula è stato chiamato da Ventura anche in nazionale. Un momento magico per lui, un valore aggiunto.
  4. Mine vaganti: agguerrite e con attacchi tirati a lucido. Sono Lazio, Atalanta e Torino in rigoroso ordine di classifica. E sono quarta, quinta e settima forza del campionato. Ma soprattutto sulla cresta dell'onda per il buon stato di forma e i positivi risultati. A Napoli i capitolini hanno strappato un ottimo pareggio contro i partenopei. Non ha segnato Immobile, ma ci ha pensato Keita.
    Ancora a forza 3 l'Atalanta che ha strapazzato il Sassuolo con 3 reti a domicilio. Gomez apre e Caldara e Conti rifiniscono. Giovani pronti, giovani terribili. Strabordante è stato anche il Torino che ha seppellito sotto 5 reti il Cagliari. Anche qua il talento è di casa: Belotti si conferma sempre più il centravanti futuro della nazionale, Baselli e Benassi la spina dorsale. In più ci sono Iago Falque e Ljajic a impreziosire il tutto. Squadra da tenere d'occhio.
  5. Napoli e Fiorentina, cambiare si può: cambiare si può, cambiare si deve. E Sarri e Sousa devono capirlo. Napoli e Fiorentina giocano, o tentano di giocare, da più di un anno nella stessa maniera. Ma quando gli avversari trovano le contromisure bisogna cambiare ed esplorare nuove risorse. Il Napoli non ha ancora trovato una formula per far rendere al meglio Gabbiadini, la Fiorentina va ancora a sprazzi. Intestardirsi non paga mai, un sano pragmatismo è buono e giusto: ora ci sono 2 settimane di tempo per la svolta.
  6. Inter all'ultimo respiro: fino all'86' l'Inter ancora pareggiava in casa contro il fanalino di coda Crotone. Sarebbe stato l'ennesimo risultato negativo dell'ultimo periodo. Eppure Perisic e Icardi hanno ribaltato il match con giocate da campioni. Vecchi se ne va vincendo e con un secco 3-0, nella sua prima, e per ora unica, gara giocata a San Siro. Ora arriverà Pioli e dovrà ricostruire e dare fiducia a un gruppo con grossi limiti. Perché la partita di ieri non diventi l'ennesimo specchietto per allodole.
  7. Abbuffata con Big Mac: serviva forse una partita all'ora di pranzo per far sbloccare l'Empoli e soprattutto Big Mac. E ad essere sbranato è stato il malcapitato Pescara. Quattro gol e finalmente si sono riviste le firme degli attaccanti e di Saponara. Salomonico pareggio, infine, tra Genoa e Udinese. A Thereau risponde Ocampos, talento molto interessante, ma poco disciplinato tatticamente. Che possa essere un bel trampolino.

Le partite

Torino 5-1 Cagliari
Pescara 0-4 Empoli
Genoa 1-1 Udinese
Palermo 1-2 Milan
Sassuolo 0-3 Atalanta
Inter 3-0 Crotone
Fiorentina 1-1 Sampdoria
Roma 3-0 Bologna


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