Per Insigne applausi nella scala del calcio

Per il secondo anno consecutivo, il Napoli espugna la San Siro rossonera. E per il secondo anno consecutivo chi strappa applausi alla scala del calcio è Lorenzo il Magnifico, al secolo Lorenzo Insigne.

L'anno scorso l'incontro arrivò nelle prime giornate di campionato. Il Napoli dopo qualche partita stava cominciando a ingranare la marcia giusta e i meccanismi del gioco di Sarri cominciavano a oliarsi. Già c'era stata la vittoria larga contro la Lazio e quella non meno significativa contro la Juventus che avevano riproposto il Napoli tra le prime forze del campionato. In quei match, neanche a dirlo, Higuain aveva cominciato a porre le basi per quello che sarebbe stato il suo campionato da record. Però ora serviva anche un acuto esterno; e il Pipita da solo non poteva bastare. I partenopei scelsero allora la notte di Milano per confezionare una delle più belle prestazioni corali della loro stagione travolgendo letteralmente il Milan, relegato quasi al ruolo di sparring partner. Uno spartito suonato a memoria, con un solista d'eccezione: Lorenzo Insigne. Il suo show comincia a inizio ripresa. Azione insistita e manovrata del Napoli con una fitta rete di passaggi che porta il fantasista a ricevere palla tra le linee e scambiare con Higuain che gli restituisce il pallone davanti a Diego Lopez che però viene battuto con un preciso destro all'angolino. E qualche minuto dopo si ripete; e questa volta direttamente da calcio di punizione: un destro a giro a rientrare che scavalca la barriera e si deposita in fondo al sacco. Sono i gol dello 0-2 e dello 0-3, che sotterrano definitivamente gli avversari, impossibilitati a reagire.

Altro campionato, altra corsa, stesso risultato. Cambiano la stagione, la classifica e le squadre, ma Insigne a Milano evidentemente sente un'aria che lo elettrizza e lo esalta. Non c'è Diego Lopez, ma Donnarumma, e soprattutto al suo fianco non c'è Higuain, andato alla Juve, ma Mertens. Il Milan non è quello arrendevole dell'anno prima, ma anzi contende una posto Champions agli azzurri grazie a Montella e ai giovani straordinari che danno nuova linfa al diavolo. Per Insigne la stagione non è iniziata nel migliore dei modi: A inizio campionato Dries Mertens sembrava dovesse prevalere nelle gerarchie iniziali. Poi l'infortunio occorso a Milik, unito alle scarse prestazioni di Gabbiadini, hanno fatto virare Sarri verso un modulo che prevedesse l'uso contemporaneo dei due folletti(più ovviamente l'insostituibile Callejon) con il belga a fungere da falso centravanti(anche se segna come uno vero). E il gol di ieri mostra come, seppur ci sia voluto del tempo, la squadra ha recepito il cambiamento e ormai assorbito. Pur senza un centravanti di ruolo che apre spazi, infatti, ci pensa Mertens che nei primi minuti chiama palla a Jorginho alle spalle di Paletta azionando il contropiede. Si apre sulla destra e consente a Insigne di inserirsi centralmente dove gli arriverà la palla, spettacolare, del compagno quasi senza vedere. Poi Lorenzo ci mette del suo e dopo un primo controllo di palla affretta la battuta per non farsi recuperare dal marcatore.

E ne esce un sinistro magico che sorprende Donnarumma e si va ad infilare proprio sotto la traversa, sul secondo palo. Altro gol fantastico, in una magica serata milanese. Per Insigne, una delle tante.

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