Europeo under 21, la top 11 del torneo

Talenti di oggi, campioni del domani. Tanti giovani giocatori si sono messi in mostra in questo Europeo under 21: quelli che tutti si aspettavano, certo, ma anche delle sorprese. Ecco quindi messa in campo la top 11 della competizione con un 4-3-3 che privilegia la tecnica a discapito della quantità.

In porta, l'estremo difensore dei campioni: Pollersbeck. Il portiere tedesco ha dato grande sicurezza ai suoi compagni e ha sbagliato veramente poco. La Germania ha preso solamente 3 gol(di cui 2 in semifinale contro l'Inghilterra) lasciando a secco anche il temutissimo attacco spagnolo. Il merito va ovviamente diviso tra una difesa(che al centro si è giovata di una pluralità di interpreti di buon livello) solida, una squadra intera dedita al sacrificio, anche negli attaccanti, e un ottimo portiere. Partito ipnotizzando Schick nella prima gara contro la Repubblica Ceca, la ciliegina sulla torta l'ha messa ai rigori contro l'Inghilterra quando ha neutralizzato ben 2 penalty inglesi concedendo ai suoi il pass per la finale. La linea difensiva eterogenea. A destra il laterale della Germania Toljan è stato sicuramente il più continuo. Motorino perpetuo sulla fascia ha coniugato una fase difensiva senza sbavature a una fase offensiva di qualità. Nell'Hannover gioca sia come terzino, sia come tornante a tutto campo: e si è visto nella sua propensione ad andare sul fondo e mettere in mezzo assist ai compagni. E Selke(1-0 in semifinale) e Wieser(gol vittoria contro la Spagna in finale) hanno ringraziato. A sinistra l'inglese Chilwell, motorino infaticabile della corsia mancina. Presenta ancora qualche difetto in fase difensiva, soprattutto nell'uno contro uno, ma in avanti è una costante spina nel fianco. Grazie a grandi mezzi fisici e aerobici riesce a non sentire la fatica durante i 90( o 120) minuti e riesce sempre a essere lucido nel passaggio decisivo. Il primo gol contro la Polonia mostra un saggio delle sue qualità: stop perfetto su lancio del portiere e cavalcata di 40 metri prima di trovare indisturbato Gray al limite dell'area.
Al centro la coppia è tutta azzurra con Caldara e Rugani che, con questo Europeo, hanno posto le basi della loro convivenza in bianconero. Centrali che si completano l'uno con l'altro, i due hanno dimostrato grande affiatamento e non è un caso che la partita in cui la difesa azzurra è andata più in difficoltà è stata quella contro la Repubblica Ceca, l'unica in cui è mancato Caldara. Per il resto ottime prove in duo: determinazione e intelligenza non mancano: il futuro sembra assicurato.
A centrocampo regnano grinta e fantasia. Tanti bei talenti si sono messi in mostra. Impossibile non partire dal capocannoniere del torneo. Saul Ninguez si è dimostrato fuori categoria con 5 gol in altrettante partite. Acrobatico quello contro la Macedonia, da dribblomane quello contro il Portogallo, da giocatore maturo quelli contro l'Italia. E inoltre una grande presenza in mezzo al campo che quasi incuteva soggezione. Al suo fianco il suo compagno di squadra Dani Ceballos. Il centrocampista del Betis Siviglia è stato per tutti la vera rivelazione del centrocampo iberico. Classe purissima e senso del gioco raffinatissimo. In semifinale contro l'Italia abbiamo perso il conto dei suoi tunnel sui malcapitati azzurrini. Sfera sempre attaccata al suo destro, baricentro basso e ottima visione di gioco: chi lo prende fa un affare. Il reparto viene completato dal capitano tedesco Arnold. Numero 10 atipico ha messo in mediana grinta e intelligenza tattica. Se gli oneri dell'impostazione erano di Dahoud lui aveva il compito, non meno ingrato, di guidare i compagni al pressing e spronarli con il proprio esempio. Classico centrocampista tedesco factotum con le stimmati del leader e un futuro assicurato.
A dire la verità, non è stato un torneo felicissimo per gli attaccanti. Qualche talento si è messo in mostra più degli altri, ma nel complesso la qualità non è stata eccelsa. Il nostro Federico Bernardeschi si è conquistato un posto di diritto nella top 11. Partito a singhiozzo, si è improvvisamente risvegliato nella partita decisiva contro la Germania dove ha segnato il gol decisivo con grande opportunismo. Con la Spagna, assente per squalifica Berardi, si è caricato sulle spalle il peso dell'attacco azzurro. Partendo dalla sua zona preferita, la fascia destra, ha anche segnato il gol della speranza; le sue lacrime dopo la semifinale valgono molto più di mille parole e raccontano un ragazzo voglioso di fare bene, anche se già nel giro dei grandi. Con lui Marcos Asensio ha confermato di avere quel quid in più che lo porterà a essere uno dei protagonisti del Real negli anni a venire. La tripletta contro la Macedonia lo ha presentato, il suo gioco a tutto campo ha confermato il suo talento. Che è immenso. Sembra l'Isco di 4 anni fa: forse meno tecnico ma più veloce. Ed è ancora sotto età. Buon ultimo, a completare un tridente decisamente qualitativo anche se leggero, Meyer. Utilizzato soprattutto al centro nel trio di trequartisti dietro il centravanti Selke, Meyer ha dato prova di grande abilità nel dribbling, oltre a una spiccata velocità, dote che gli consente di ribaltare velocemente l'azione. Per lui un gol, il primo della Germania, contro la Repubblica Ceca all'esordio: una bella staffilata di destro.

Europeo under 21, top 11 della competizione(4-3-3): Pollersbeck; Toljan, Caldara, Rugani, Chilwell; Saul, Ceballos, Arnold; Bernardeschi, Meyer, Asensio

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