Marcos Asensio il ballerino che spaventa l'Italia

"Sono molto turbato, arrabbiato, non sono solito prendermela con gli arbitri, ma se vedo quello che è successo, il mio pensiero è che ci sia qualcosa che non vada. C'è qualcosa che non capisco. Cinque giornate sono davvero troppe".


Queste erano le parole di Zinedine Zidane all'indomani della squalifica inflitta a Cristiano Ronaldo per aver dato una spintarella all'arbitro nel corso di un infuocato(e quando mai non lo è) Barcellona-Real Madrid, valido per l'andata della Supercoppa spagnola, nel teatro nemico del Camp Nou. Certo la perdita di un giocatore che ha deciso le sorti di diverse partite della scorsa Champions League(10 gol dai quarti alla finale contro Bayern Monaco, Atletico Madrid e Juventus) non è trascurabile neanche per i bi-campioni d'Europa in carica; ma è una perdita che si può trasformare in un'opportunità se siede in panchina un talento che chiede soltanto di poter distribuire la propria magia in campo.
Negli ultimi mesi la crescita di Marcos Asensio è stata vertiginosa. Maiorchino, classe '96, ha cominciato a giocare nella squadra della sua città. Una vita non semplice(gli morì la madre nel 2011) e una profezia del padre che aveva detto a Florentino Perez, incontrato nel 2006, che il figlio avrebbe giocato nel Real. Previsione avveratasi nel 2014, anno in cui Asensio viene conteso dai blancos e Barcellona che però virano su altri obbiettivi. Il primo gol nel Real è già decisivo: è il 3-2 segnato nei supplementari nella sfida di Supercoppa Europea contro il Siviglia. Poi le prime apparizioni in Champions e anche i primi gol(contro Bayern e Juventus, a sigillare risultati già chiusi dal Real). Quindi l'investitura di leader tecnico nella spedizione piena di stelle della Spagna under 21 agli Europei di categoria. In Polonia, Asensio si è rivelato come uno dei migliori esterni del torneo, segnando 3 gol(tutti all'esordio contro il Montenegro) e 1 assist. Niente male per un giocatore in età ancora da under 20. Al suo ritorno, nella nuova stagione Zidane ci punta e Asensio scalpita alle spalle della BBC e alle spalle di Isco(altro grande protagonista della scorsa Champions vinta): e chissà che i blancos non abbiano mollato la presa su Mbappe proprio per lasciare più spazio al proprio talento. Che ha ripagato con un folgorante inizio di stagione. In gol da subentrato, nella finale di andata della Supercoppa, complice appunto la squalifica di Ronaldo, non esce più dall'11 titolare.


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Altra magia al ritorno, al Bernabeu, dopo pochi minuti dall'inizio della gara, e poi anche uno straordinario inizio di campionato. Dove in particolare è riuscito, nella seconda giornata, ad acciuffare un pareggio interno contro il Valencia di Murillo, Kondogbia(a segno per il momentaneo 1-2) e Zaza. La prima doppietta in Liga non è banale ed è pure pesante. E con gol di ottima fattura. Anche se in realtà è veramente difficile trovare tra i suoi uno che non lo sia. Asensio in campo sembra letteralmente danzare sulle punte: cambi di direzione repentini, scatti fulminanti e dribbling di classe: tutto nel suo gioco e nel suo portamento denota una certa eleganza, quasi da ballerino consumato. E poi è un cecchino negli ultimi tempi infallibile. Anche nella preparazione e nella tecnica di tiro si muove con una grazia e una coordinazione particolari e inconfondibili.

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È arrivata anche la convocazione meritata nea Spagna. Il c.t. Lopetegui ha scelto lui in attacco per la sfida decisiva contro l'Italia. Ed è fortemente indiziato per scendere in campo dall'inizio. Come falso nueve o a fianco l'ex compagno di squadra Alvaro Morata. I due hanno messo a segno 6 gol in stagione finora e sono già in grande forma. E per gli azzurri sarà un pericolo in più doverli affrontare nel loro teatro preferito: il Santiago Bernabeu

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